Quando arriviamo a Parigi, tra le cose che speriamo, è quella di incontrare un parigino all’improvviso dall’aria spettinata, malinconica e decisamente attraente che ci porti in giro per la città e ci faccia vivere esperienze uniche.
Un vero e proprio coup de foudre.
Ma la realtà ci viene pressoché subito incontro, presentandoci forse l’unica alternativa in grado di farci conoscere quel qualcuno che forse (e dico forse) incarni almeno una di queste caratteristiche.
Questa possibilità si chiama Bumble. O per i più coraggiosi, Tinder.
Chi mi segue dall’inizio (come @sirbabylon 💜), sa cosa penso di queste app e il rifiuto da parte mia nei mesi scorsi ad iscrivermi anche solo ad una di esse.
Il fatto è che qui a Parigi è proprio diverso. Non è come in Italia.
Il parigino (nel 98% dei casi) non fa il primo passo.
E poi quando dovrebbe farlo? Dopo uno scambio di sguardo in metro? Non alzano nemmeno il telefono dallo smartphone per guardare la fermata!
E anche se gli piaci, non ha l’iniziativa di venire lì da te e chiederti come ti chiami o di lasciargli il numero per vedervi.
L’app è proprio vista come un mezzo per incontrare qualcuno.
E infatti, dopo questa consapevolezza, dopo mesi e mesi di no categorici e semi appuntamenti con ragazzi con cui mi sembrava di essere rimasta in Italia (solo con “set” diverso), mi sono aperta a questa nuova possibilità.
Qualche giorno fa, in realtà per scherzo, ho installato l’app Bumble e mi sono fatta spiegare dalla mia amica M. come funziona.
M. infatti mi ha piacevolmente sorpresa, perché mi raccontava che lei ha conosciuto un ragazzo con cui esce da oltre un anno; e precedentemente ha avuto una relazione stabile con un altro, conosciuto sempre su Bumble.
Anche la mia parrucchiera, dopo che si era lasciata con il fidanzato, aveva deciso di rimettersi in gioco a distanza di due anni passati in solitaria. Si era resa conto che effettivamente non è che uscisse molto, quindi le chances di incontrare qualcuno erano limitate. In più, non essendo francese, non è che avesse altrettante possibilità di frequentare un gruppo di amici e quindi chissà, incontrare un ragazzo. Ha scaricato l’app e adesso, a distanza di un anno, è felicemente fidanzata con un certo Sébastien.
Ed entrambe non sono né “cesse”, né “sfigate”, né “ninfomani” o tutte quelle caratteristiche che si associano normalmente in Italia quando qualcuno è in queste app.
È che se vuoi conoscere un francese è così!
Io l’app l’ho scaricata solo da due giorni. Non ho ancora preso appuntamento con nessuno, anche se a probabilmente uscirò con un certo Julien (vi dirò).
Non lo so. È una cosa nuova per me, che un pò va in direzione opposta a quello a cui sono sempre stata abituata.
Le relazioni più durature che ho avuto sono sempre nate da un contesto prima amichevole, in un gruppo di amici o al lavoro. Anche perché io odio i primi appuntamenti. Li trovo così finti, quasi al pari di un colloquio di lavoro. Ciascuno si presenta al meglio, nascondendo i punti negativi risaltando la parte migliore di sé. E l’altro, a sua volta, scruta la persona di fronte a sé per cercare già di capire quali sono le debolezze dell’altro o le qualità invece positive in grado di convincerlo ad un prossimo appuntamento.
Quindi, non ho mai avuto molti primi appuntamenti, figuriamoci al buio.
E non rinuncerò mai ad incontrare qualcuno di cui mi colpiscono fin da subito lo sguardo, il profumo, i modi di fare. Sogno ancora quel qualcuno.
Ma se questa nuova parte di me qui a Parigi ha invece voglia di sperimentare, di non prendersi troppo sul serio e di andare un pò oltre a sé, io ancora una volta la devo ascoltare e lasciarmi guidare ovunque mi voglia portare✨
💬Voi siete mai usciti qui a Parigi con qualcuno tramite l’app?
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